Il moscerino dei piccoli frutti (Drosophila suzukii – Matsumura) è una specie altamente polifaga che si riversa non solo su piccoli frutti (mirtilli, more, lamponi, ecc.), ma anche su frutti di maggiori dimensioni (ciliegie, pesche, nettarine, fichi, ecc.).

La presenza di questo moscerino proveniente dal Sud-Est asiatico è diffusa in numerosi Paesi del globo.

Nelle zone pugliesi, la sua presenza si registra principalmente su ciliegio. In Messico, invece, già nel 2014 sono scesi ai ripari per proteggere l’uva da tavola.

Su vite da tavola non si hanno ancora segnalazioni del moscerino dei piccoli frutti, probabilmente per le alte temperature che si raggiungono sotto copertura con film plastico. Resta, comunque, alta l’attenzione nei suoi confronti.

Difatti, solo un attento e specifico monitoraggio e una identificazione al binoculare può consentire di individuare con certezza la specie.

 

Ciclo biologico e anatomia

Le generazioni sono numerose (da 7 a 13) e dipendono dalle specifiche condizioni climatiche e dalla continua presenza di frutti recettivi nei diversi periodi dell’anno. Nelle nostre zone, ogni generazione si completa in 8-12 giorni. D. suzukii riesce a sopravvivere anche in condizioni climatiche estreme. Pur presentando limiti termici di 10-32 °C per le attività di ovideposizione, temperature superiori ai 30°C comportano una mancata fertilità dei maschi e temperature superiori ai 32°C determinano parziale mortalità. Inoltre, anche l’assenza di acqua per 24 ore provoca una riduzione delle popolazioni dell’insetto.

Rispetto alle altre specie di moscerini, la distinzione dei maschi è data dalla presenza di bande scure sui segmenti addominali e di una macchia scura sulle ali. La femmina a maturità presenta un robusto ovidepositore che la rende pericolosa per la possibilità – rispetto alle altre specie – di perforare l’epidermide dei frutti e deporre le uova (circa 300).

 

Danni

Le larve che nascono si alimentano della polpa e rapidamente determinano il disfacimento del frutto. Tale danno, se riscontrabile in campo o durante il confezionamento dei frutti, consente di fare una selezione degli stessi. Spesso tuttavia si riscontrano frutti gravemente danneggiati solo al momento della vendita, determinando così anche elevate ripercussioni economiche.

 

Monitoraggio

Il monitoraggio può essere effettuato mediante trappole realizzate in azienda (bottiglia in polietilene dai
750 ai 1500ml, con 4-6 fori del diametro di 4–5mm sulla parte alta delle pareti per permettere agli adulti di entrare). All’interno di tali bottiglie vanno versati attrattivi alimentari (4-5cm di aceto di mele oppure una soluzione di 1⁄2cucchiaino di lievito di birra e uno di zucchero disciolti in circa 100ml di acqua). Settimanalmente il contenuto delle bottiglie va analizzato al binoculare per rilevare la specie e la sua entità numerica.

Laddove si temessero incrementi di popolazione o si siano già registrati casi di presenza negli anni precedenti si possono comunque installare per tempo delle trappole per la cattura massale o eseguire eventuali interventi con piretroidi (deltametrina, tau-fluvalinate) o con spinosad, acetamiprid, sempre nel rispetto dei limiti di etichetta e dei disciplinari di produzione.

 

Autori: Antonio Guario1, Luigi Tarricone2, Vito Lasorella3, Onofrio Grande3, Nicola Antonino3, Francesca Tarricone2

1. Agronomo Fitoiatra – Bari
2. CREA – Centro di ricerca Viticoltura ed Enologia,
Via Casamassima 148, Turi (BA)
3. AGROLAB, Centro di sperimentazione e diagnosi fitosanitarie,- Via San Vincenzo 36, Noicattaro (BA)

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